domenica, Marzo 9, 2025
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Pensionati italiani all’estero nel mirino: l’Inps richiede arretrati, focus sulla Bulgaria

Circa mille pensionati italiani residenti in Bulgaria si sono ritrovati improvvisamente al centro di una vicenda fiscale complicata: hanno ricevuto richieste di pagamento per tasse arretrate relative alle pensioni degli ultimi sette anni. Per decenni, questi pensionati hanno beneficiato dell’esenzione fiscale grazie a una convenzione bilaterale del 1988 tra Italia e Bulgaria. Tuttavia, un recente cambio di interpretazione da parte dell’Inps e dell’Agenzia delle Entrate ha modificato radicalmente la situazione, imponendo la riscossione delle imposte non versate.

La convenzione prevedeva che le pensioni italiane fossero esenti da tassazione per i residenti in Bulgaria. Questa normativa, unita al costo della vita più basso e al regime fiscale favorevole, aveva attirato numerosi pensionati italiani nel Paese. Tuttavia, nel giugno 2023, l’Inps ha rivisto l’interpretazione dell’accordo, stabilendo che la tassazione dovesse essere basata sulla cittadinanza anziché sulla residenza fiscale. Di conseguenza, l’Agenzia delle Entrate ha iniziato a calcolare le imposte arretrate dal 2016, applicando anche conguagli e sanzioni. Molti pensionati hanno visto le loro pensioni ridursi sensibilmente, in alcuni casi fino alla metà dell’importo.

In situazioni più gravi, l’Inps ha trattenuto interamente alcuni assegni mensili per recuperare i debiti, lasciando molti pensionati senza risorse per coprire spese fondamentali come affitti, bollette e cure mediche. Questa decisione ha colto di sorpresa chi non era mai stato informato di eventuali obblighi fiscali in passato.

L’Associazione Pensionati Italiani in Bulgaria, rappresentata dall’avvocato Margherita Kosa, ha sollevato il caso con una lettera al viceministro dell’Economia, Maurizio Leo. La legale ha sottolineato come le trattenute retroattive e le sanzioni siano «sproporzionate», mettendo in difficoltà economica molti pensionati. Anche la Bulgaria avrebbe chiesto all’Italia di riconsiderare l’interpretazione della convenzione per evitare possibili violazioni del diritto europeo, ma la richiesta è stata respinta.

Alcuni pensionati hanno avviato azioni legali per contestare la decisione, ma i risultati non sono sempre stati positivi. Sebbene alcune sentenze di primo grado abbiano dato ragione ai pensionati, i procedimenti si sono rivelati lunghi e costosi. Altri, invece, hanno deciso di lasciare la Bulgaria, trasferendosi in Paesi con regimi fiscali più vantaggiosi o tornando in Italia.

Le autorità italiane hanno difeso il recupero delle imposte arretrate come una misura necessaria per rispettare il principio di parità fiscale, secondo cui i cittadini italiani devono adempiere agli obblighi tributari del loro Paese d’origine, indipendentemente dalla loro residenza all’estero. Tuttavia, il governo bulgaro non ha modificato la propria posizione, continuando a ritenere le pensioni italiane esenti da tassazione sul territorio bulgaro.

Per molti pensionati, questa situazione rappresenta un duro colpo alle aspettative di una vecchiaia serena, dimostrando che i problemi, proprio come le tasse, sembrano non finire mai.

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